Sul principio di parità di trattamento e non discriminazione di riconoscimento dei titoli nell’ambito di una procedura concorsuale
Sul denegato riconoscimento del punteggio per il possesso del titolo di laurea vecchio ordinamento rispetto alla laurea triennale.
Se il diploma di laurea vecchio ordinamento costituisca sempre un titolo di studio superiore rispetto a quello utile all’ammissione al concorso, rappresentato dalla laurea triennale.
Sulla valutazione dell’equipollenza di titoli di studio ai fini dell’ammissione ad un concorso pubblico.
Sui titoli di studio con valore abilitante per l’accesso alle procedure di selezione e reclutamento, anche nell’ambito della disciplina europea.
Sul principio dell’assorbimento del titolo superiore con quello inferiore nell’ambito dei concorsi pubblici.
In un concorso pubblico la scelta di attribuire rilevanza valutativa al titolo del Master e nessuna rilevanza ad un titolo di Dottorato è legittima?
Nell’ambito di un concorso ai fini dell’assunzione di personale docente, devono essere considerati
equipollenti o equivalenti il titolo del dottorato di ricerca e i titoli abilitanti all’insegnamento?
Sul riconoscimento dei titoli professionali e della propria formazione all’estero per l'abilitazione all'insegnamento presso un paese dell'Unione Europea.
Qualora un bando di concorso preveda un certo titolo di studio quale requisito di partecipazione, deve ritenersi dovuta l’ammissione al concorso anche a favore del candidato che risulti in possesso di un titolo di studio superiore “assorbente”?
Sul “carattere vincolato” dell’attività di verifica del possesso dei titoli di studio richiesti dal bando di concorso e, in particolare, dell’equipollenza tra titoli di studio.
Sulla legittimità del bando di un concorso pubblico dove è richiesto quale requisito speciale di ammissione il precedente svolgimento di una concreta esperienza lavorativa, più o meno lunga a seconda del titolo di studio posseduto, nel settore di riferimento.
Se la previsione in un concorso pubblico di una concreta esperienza lavorativa diversamente graduata in relazione al titolo di studio posseduto (biennale per i candidati in possesso di laurea, quinquennale per i candidati in possesso di diploma di scuola secondaria di secondo grado) sia legittima.
Sulla discrezionalità dell’Amministrazione nell’individuazione dei titoli di studio richiesti ai fini della partecipazione ai pubblici concorsi.